Aggiornato il 24 Febbraio 2021 17:18
Home » Di Fulvio: con le nuove regole devi essere bravo in tutti i ruoli
Mag 09, 2020 La redazione Approfondimenti, Dall'Italia, In evidenza 0
Dopo Giorgetti, Figlioli e mister Andrè tocca a Francesco Di Fulvio, il più forte giocatore al mondo, rispondere al fuoco incrociato delle domande di tecnici e ragazzi nel consueto appuntamento settimanale con la pagina Youtube del Mediterraneo Sport. Un appuntamento ormai stabile in questo periodo di chiusura totale delle attività agonistiche nel momento in cui la federazione ha disposto l’annullamento di tutti i campionati a carattere nazionale. Anche per Di Fulvio così come per Figlioli ecco la sintesi delle domande che potrete rivedere integralmente su Youtube nella pagina del Mediterraneo Sport.
Quali sono i tuoi pregi, i tuoi punti di forza come atleta e cosa devi ancora migliorare dal punto di vista sportivo e tecnico.
Secondo me devo migliorare in tutto perché non mi sento ancora arrivato e comunque anche tutti gli allenatori che ho avuto e che ho tutt’ora me lo fanno notare e poi soprattutto con la palla, con queste regole devi essere bravo in tutti i ruoli, dalla difesa all’attacco perché altrimenti non puoi giocare ad alti livelli ma soprattutto sulla testa, l’approccio ad una partita è importante sulla tenuta mentale per tutti e quattro i tempi o addirittura per una competizione intera che con la nazionale può durare due settimane, naturalmente si migliora sempre nella vita questo è un insegnamento che raccogliamo sempre.
Da ragazzo sei sempre stato vivace, qual è il tuo rapporto con gli allenatori.
Si, è vero sono molto vivace, ma si matura come persona, si matura anche come sportivo e andando avanti con l’età capisci molte cose, capisci tutti gli errori che hai fatto in passato e che ti sono serviti e ti serviranno ancora, da ogni errore ma anche un rimprovero devi comunque sempre imparare, prendere il meglio di quello che ti dice l’allenatore però si, sono molto vivace perché lo sono sempre stato non solo in acqua ma lo sono anche a casa, se ho una palla sono la persona più felice del mondo.
Tu vieni da una famiglia di sportivi da tuo padre che come te ha vinto tanto con il grande Pescara degli anni 80 e poi i tuoi fratelli. Sei l’ultimo di questi, questa situazione ti ha creato pressione?
No, assolutamente, pressioni non ne ho mai avute, addirittura ho avuto la fortuna di giocare con tutti e due i miei fratelli, con Carlo qui a Pescara nelle giovanili under 17 e con Andrea quello più grande in Serie A a Firenze e non siamo mai stati in competizione l’uno con l’altro, ci siamo sempre rispettati, loro si sono affacciati a questo sport qualche anno prima di me quindi li ho potuti vedere giocare e anche giocare con loro però non c’è mai stata una rivalità o gelosia fra di noi.
In questo momento sei sicuramente uno dei più forti giocatori al mondo con caratteristiche simili a Varga e a Perrone e con grande personalità prendi per mano la squadra e hai sempre un alto minutaggio, come la gestisci questa situazione e come vedi questo accostamento con Varga e Perrone.
Hai fatto un bel paragone, comunque siamo tutti e tre nello stesso ruolo e quindi siamo giocatori molto simili. Secondo me loro hanno qualcosa in più rispetto a me, sono dei grandi campioni sia Dénes che Felipe infatti prendo molti spunti da loro guardo molte loro partite mi focalizzo sempre di più su di loro perché appunto come hai detto tu abbiamo lo stesso ruolo e non posso fare altro che imparare, ho avuto la fortuna di giocarci molte volte contro. Negli ultimi anni e aumentato il minutaggio sia in Nazionale che nel Recco però non la vivo assolutamente con pressione anzi, per me è un divertimento quindi ogni volta che scendo in acqua sia per allenarmi che per giocare oltre a dare il massimo cerco sempre di divertirmi.
La preparazione degli ultimi anni è stata incentrata su Tokio che purtroppo non si disputa, cosa cambia nella mente del giocatore non doversi confrontare più per qualcosa a cui si è preparato a lungo.
Le motivazioni sono sempre le stesse anzi, magari sono ancora di più perché abbiamo un altro anno in più per allenarci perché già siamo qualificati quindi secondo me ci può fare solo del bene.
Vuoi condividere con noi la tua prima convocazione in nazionale?
È stata un po’ inaspettata perché comunque era nel 2011, avevo 18 anni, ho fatto durante la stagione un paio di collegiali con molti ragazzi della mia età quindi al primo collegiale mi sono ritrovato in acqua con grandi campioni e per me è stata una sensazione bellissima, avevo un po’ di paura perché non volevo sbagliare assolutamente niente. Poi durante la stagione arriva addirittura la prima partita nel 2011 a Palermo contro l’Olanda, abbiamo vinto, mi ricordo di non aver fatto una buona partita e non sono rimasto contento comunque ero molto emozionato sia i giorni precedenti la partita che quelli dopo però mi è rimasta questa gioia e mi è rimasta per tanto tempo poi dopo dopo due anni sono entrato in pianta stabile in nazionale però la prima partita me la ricordo come se fosse stato ieri.
Pescara, Roma, Firenze, Brescia, togliendo Recco qual è l’esperienza che più ricordi e che ti ha fatto prendere coscienza di quello che poi sei diventato.
Tutte le città dove sono stato mi hanno lasciato qualcosa però se devo scegliere scelgo Firenze perché è stata la prima stagione in Serie A, ho passato 3 anni bellissimi a casa con mio fratello perché lui è andato via di casa prima di me quindi è quella più bella e che mi ha lasciato un segno maggiore per capire quello che fare volevo fare e continuare su questa strada.
La squadra più difficile che tu abbia mai incontrato e il giocatore che ti ha creato più difficoltà e che rispetti più di tutti.
Diciamo che sono sempre le stesse quelle più forti e che comunque si vanno a giocare una medaglia a fine competizione come la Croazia, l’Ungheria, la Serbia oppure la Spagna che negli ultimi tre anni è sempre arrivata in finale sia europea che mondiale quindi in ogni competizione ci sono almeno 5-6 squadre che lottano per il podio, negli ultimi tre anni anche in Australia e Stati Uniti hanno fatto bene mentre nei club ora le squadre ungheresi sono molto apprezzate, stanno investendo molto sulla pallanuoto lo stanno facendo da qualche anno come la squadra di Budapest senza dimenticare l’Olimpiakos perché si è rafforzata, ha preso anche il mancino della Croazia ma anche il Barceloneta che ha tutta la nazionale Spagnola ma è veramente bello giocare a quei livelli la Champions League.
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